Cos’è l’Umidità di Risalita nei Muri

Questo tipo di umidità è il più difficile e nocivo. L’esperto spiega come eliminarlo con metodi efficaci

L’umidità di risalita crea macchie e barbe bianche sulle pareti. Questo tipo di umidità è antipatico da affrontare, perché è interno ai muri ed è costoso da eliminare. Spesso non è sufficiente effettuare un singolo intervento.

Cerchiamo quindi di indicare le cause e le tipologie di soluzioni, per ridurre o annullare tale manifestazione. Ricordiamo che esistono anche altri tipi di umidità. Quella che arriva dall’esterno, sotto forma di infiltrazioni dalle coperture, e l’umidità interna, che si riconosce dalle macchie di muffa di colore scuro, ed è dovuta alla condensa causata dal grado di umidità dei vani.

Il fenomeno della capillarità 
La causa dell’umidità di risalita è dovuta alla capillarità dei materiali che compongono un muro.

Di cosa si tratta?

La capillarità è un fenomeno fisico che consente all’acqua di risalire internamente ai mattoni, alle pietre e alla malta.

Senza dilungarsi in spiegazioni tecniche, basti sapere che è quindi fondamentale conoscere gli elementi che compongono le murature per individuare la causa e gli interventi necessari per tornare ad avere i muri asciutti.

Stabilire le cause, conoscendo la situazione
Per stabilire le cause dell’umidità sui muri è consigliabile affidarsi a tecnici di fiducia (architetti, ingegneri, geometri che abbiano già trattato la materia e avuto esperienze nel campo).
Il professionista effettuerà le seguenti operazioni:

  • Classificazione dei materiali del muro in base al grado di porosità, di imbibizione e di gelività.
  • Definizione dello spessore, della resistenza termica e delle caratteristiche di risalita capillare degli elementi strutturali dei muri.
  • Esame dell’orientamento dell’edificio e dell’esposizione alle piogge.
  • Valutazione, nei locali interessati, del grado di ventilazione e delle dispersioni termiche.
  • Analisi del terreno, valutando: presenza di falde (acqua sotterranea), acque disperse (rotture di tubazioni), vegetazione, tipo di granulometria dello stesso (argilla, sabbie, limo, ecc.).
  • Verifica di eventuali cause accidentali (crepature, fratture o rotture dei componenti edili) che consentano l’infiltrazione di acqua.

I danni da umidità di risalita
Nelle infiltrazioni i danni sono causati dai sali che vengono rilasciati o si compongono reagendo con i materiali stessi e si cristallizzano. Vediamo quelli principali.

I cloruri solitamente agiscono all’esterno (sono infatti dovuti ad aerosol marino), penetrano nel cemento, fanno reazione e sfaldano la superficie, lasciando esposti i ferri di armatura interni.
All’interno invece agiscono i nitriti (rintracciabili soprattutto in muri dove c’è stata presenza di animali), che avendo maggiore capacità igroscopica, assorbono aria umida e sono i più nocivi per la salute nella loro permanenza. Vi sono poi i solfati (provenienti da scarichi, inquinamenti) che si riconoscono dalla “barbetta” bianca e lunga. Infine i nitrati che formano “barbette” sottili, quasi cristallizzate e raggiungono altezze maggiori.

Tutti questi sali permangono nelle murature. Se le pareti sono in pietra o in mattoni, creano una colorazione più scura della muratura inferiore (muro umido) e riproducono le barbette fastidiose alla vista e nocive alla salute. Mentre in presenza di intonaco i sali, cristallizzando, lo rigonfiano fino al suo distacco e lasciano comunque che le spore delle muffe disperse nell’ambiente maturino allergie nocive all’organismo.

Interventi per eliminare l’ascesa dell’umidità
Gli interventi da effettuare, una volta stabilita la causa, sono più o meno radicali, ma difficilmente definitivi. Affinché il risultato sia duraturo, qualunque intervento scelto per eliminare la risalita dell’acqua deve essere anticipato da una preventiva e accurata pulizia del muro (scalcinatura fino alla completa asportazione degli intonaci), arrivando a un’altezza di circa 50-100 cm sopra il livello individuato di umidità.

A questo punto intervenire con uno dei metodi indicati in seguito, affidandosi a imprese edili specializzate che siano in grado di fornire l’adeguata assistenza, i materiali e la garanzia completa di durata. Vi sono imprese che eseguono (soprattutto con i recenti sistemi di intervento), oltre alle diagnosi preventive, sopralluoghi e verifiche nel tempo (controlli da 6 mesi a 3 anni) per poter rilasciare garanzie assolute per almeno 10 anni, una volta effettuati i lavori.

I principali interventi

  • Il “Tagliamuro”. Si effettua tagliando con apposite seghe circolari diamantate che realizzano tagli orizzontali “alternati”, nei quali vengono introdotte lamine in resina. Non è accettato nelle zone ad alto rischio sismico, anche se le lamine proposte sono irrigidite o sagomate. Non si può effettuare nei casi di infiltrazioni contro-terra.
  • L’elettrosmosi. Si inverte l’andamento dell’acqua e quindi inverte il percorso dell’umido, attraverso scariche elettriche provocate da “macchinette” apposite. Ve ne sono ormai di diversa produzione e costi. Funzionano con alimentazione elettrica, se non c’è elettricità non funzionano.
  • Barriere orizzontali chimiche. Più sicure del “tagliamuro”, sono realizzabili anche in zone sismiche, ma meno certe nell’efficacia, soprattutto se non conosciamo bene l’interno del muro e la sua omogeneità.
  • Altri sistemi di recente produzione (Quantum, Biodry, ecc.). Sono dispositivi che sfruttando le correnti elettriche e/o i campi magnetici, senza collegamenti elettrici, inducono l’acqua a discendere sotto il livello del piano di campagna, nelle aree interessate. Hanno bisogno di lunghi periodi di sperimentazione, ma comunque le ditte installatrici ne garantiscono l’efficacia nel tempo, previo adeguati e ripetuti monitoraggi.

Non dimenticare l’intonaco di risanamento 
A seguito di esperimenti e ricerche si è potuto stabilire che l’acqua presente nei muri, una volta interrotto l’afflusso, per circa l’80% ridiscende, lasciando così il 20% di umidità all’interno degli stessi.

Pertanto qualunque sia il metodo scelto, una volta applicato e atteso il tempo necessario (come suggerito dai vari produttori ed esecutori), bisogna comunque applicare un intonaco di risanamento in tutta la superficie coinvolta, affinché, grazie alla traspirazione del rivestimento macroporoso, la quantità di umido presente all’interno possa fuoriuscire senza depositare sali ed equilibrarsi con la saturazione dell’aria circostante.

In condizioni estreme durante l’anno solare si potrebbe verificare una specie di sudorazione superficiale, ma niente di più!

 

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